Può uno smartphone di ultima generazione essere definito ecologico? Sì, se il dispositivo in questione è il Samsung Galaxy S8. Il colosso coreano della tecnologia, infatti, ha messo a punto un device che può vantare la Ecologo Gold Certification (che è stata attribuita anche alla sua versione più evoluta, il Samsung Galaxy S8 Plus), per lo standard ANSI/UL 110 in riferimento alla sostenibilità dei telefoni mobili.
Che cos’è lo standard di sostenibilità
Lo standard è stato reso pubblico poco meno di un anno fa, il 24 marzo del 2017, per poi essere approvato come un American National Standard dallo Standards Technical Panel. In sostanza, permette di conoscere i parametri in funzione dei quali uno smartphone può essere definito sostenibile: è il caso, per esempio, dei contenuti a base biologica e in plastica riciclata, ma anche della diminuzione della quantità di energia di cui si ha bisogno per la ricarica della batteria. E non è tutto, perché tra i criteri presi in esame ci sono anche la segnalazione e l’individuazione del trattamento necessario a cui devono essere sottoposti i diversi materiali per poter essere smaltiti.
Il primato di Samsung
Samsung è diventato, quindi, il primo produttore al mondo a riuscire a certificare uno dei propri device attraverso lo standard ANSI/UL 110. In occasione del riconoscimento, per altro, il general manager e vice presidente di UL Environment Alberto Uggetti ha fatto notare che si tratta solo del primo episodio di una lunga serie.
L’azienda asiatica, in più, ha ricevuto l’Ecologo Gold Certification in funzione del programma Samsung Replenish. Acquistare un Samsung Galaxy S8 a un prezzo conveniente non è difficile: basta consultare le offerte smartphone a disposizione su Yeppon per approfittare delle promozioni disponibili.
Gli smartphone ecosostenibili
A proposito di smartphone ecosostenibili, comunque, Samsung non è sola: un’azienda olandese, per esempio, ha deciso di progettare e creare il primo telefono ecologico, il cui nome – Fairphone – lascia intuire l’elemento etico che si cela dietro la sua realizzazione. Lo scopo è quello di fare in modo che l’industria elettronica si basi su un approccio meno legato al profitto è più incentrato sull’ambiente che ci circonda.
In concreto, per Fairphone è previsto l’impiego di materie prime certificate, per ottenere le quali non sia richiesto lo sfruttamento dei lavoratori: ma un altro modo per garantire l’ecosostenibilità consiste nel far sì che il telefono duri a lungo nel tempo e non sia destinato a essere gettato nella spazzatura nel giro di pochi anni.
I valori etici
I valori etici, dunque, vengono messi al primo posto nella catena di fornitura, non solo per l’estrazione delle materie prime, ma anche a proposito di ciclo di vita.
Ma come si fa a prolungare l’esistenza di uno smartphone? La riparabilità è il concetto da cui partire: se di solito lo schermo rappresenta il componente che si rovina e si danneggia più spesso, ecco che con Fairphone il monitor può essere sostituito con la massima facilità, senza che vi sia bisogno di ricorrere a utensili particolari, in nemmeno un minuto. Per la riparazione di tutti gli altri componenti, invece, basta tenere a portata di mano un cacciavite.
Un esempio? Per sostituire la fotocamera, magari perché non si è soddisfatti dalle sue prestazioni, è sufficiente smontarla, comprarne un’altra e montare quella nuova. Infine, il sistema operativo è Android, abbinato al Privacy Impact, un’opzione che, ogni volta che si esegue un download, permette di gestire i dati che potranno essere utilizzati da ciascuna app, inclusi il Gps e la fotocamera. Insomma, usare lo smartphone senza rinunciare a un approccio etico è possibile, sia che si tratti di Samsung, sia che si tratti di Fairphone.